4°
Cronaca Vorabea d.C. (dopo Carletto)
Abbrustoliti
vorabe*
se
deve essere Odissea e allora che sia. L’epopea continua e dopo aver conquistato
la nostra Troia (la Vogalonga), senza cavalli ma con la sambuca, sabato 10
giugno era tempo di tornare a Itaca.
1° FASE, dalla
Laguna a Mira (16 km, ca)
Alle
11 di mattina un equipaggio formato da Valter ditto Laj, Mapo ditto Brasso Bon,
Adriano ditto Rovinassi e Antonio ditto Aedo era alla remiera della Giudecca
per il trasferimento, attraverso la Laguna, del sandolo ditto Ore d’Oblio verso
le acque più calme e sicure del naviglio del Brenta alla conca di Moranzani.
Con
piglio sicuro e pancia vuota gli affaticati vogatori approdavano verso le 13,
accolti dal comitato di benvenuto formato da Pietro ditto il Sognatore e
Daniele ditto Qu, alla chiusa predetta. Subito veniva allestito un sontuoso
banchetto (merendina) per alleviare le fatiche degli accaldati uomini del remo.
Sotto
le ventilate e fresche fronde di Moranzani pasta al pesto trapanese, soppressa,
cipolle borrettane, acciughe, fugassa secondo la ricetta della Giovanna ditta
l’Ostessa e vini freschi di cui non specifico la denominazione ma di cui posso
garantire la bontà, alleviavano stanchezze e malinconie.
Al
banchetto si univano il nuovo AD (amministratore delegato) della Vo.Ra.Be.
Alessandro ditto Tremetri, amministratore dell’ingente patrimonio vorabeo, e la
Marina ditta Unpochino, già collega di Mapo e foriera di gustose ciliegie. Dalle
mie parti tali situazioni si commentano con un motto che ho imparato dai miei
avi e che vi riporto in lingua perché di facile comprensione: “Che vida!! Da
nun murì mei!!”.
Ma,
si sa, le gioie sono passeggere e l’obiettivo di raggiungere col primo
trasferimento la conca di Mira Porte incombeva. Ripristinato l’ordine iniziale
della conca il sandolo ripartiva alla volta di Malcontenta con la Marina ditta
Unpochino provin, Alessandro ditto Tremetri al laj, Luca ditto Omero sentina,
Antonio ditto Aedo zavora insieme a Pietro ditto il sognatore e, infine,
Daniele ditto Qu, can da burcio a prua. Al bar di Malcontenta, scacciati
dall’approdo da un fascistissimo e puzzolente burchiello, si comprendeva
l’esegesi del ditto di Marina, la quale, dopo aver sbuffato e imprecato contro
il caldo e la fatica della voga e aver ceduto, infine, il posto di provin alla
zavora Antonio ditto Aedo, proclamava solennemente dinnanzi ad un caffè
shecherato e ad un ghiacciolo gocciolante: “Io vogherei ancora un pochino!”
Non
sapeva, la tapina, che dopo Malcontenta, si profilava il terribile e sfiancante
(tono fantozziano) rettilineo di Oriago. Chilometri di canale diritto e
monotono sotto il sole delle 15, senza un filo d’ombra manco a pagarla. Ed è
qui che è scattata la sorpresa, la scoperta del vero carisma della Marina ditta
Unpochino: i gavettoni. Fermi per riposare e rifiatare un po’, la Marina si
impossessava della tanichetta piena d’acqua per utilizzi rinfrescanti e
iniziava a irrorare, benedicente, tutti i presenti, subito imitata dalle
zavorete e dal loro papà. Alle 18:30, il sandolo ditto Ore d’Oblio giungeva al
meritato riposo del molo di Giorgio a Mira Porte, pronto per ripartire
l’indomani alle 9:30.
2° FASE, DA Mira a
Padova (23 km)
Con
un armo leggermente diverso, ma non meno motivato, domenica mattina 11 giugno,
verso le 10, il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio, con Adriano ditto Rovinassi
poppier, luca ditto Omero, sentina, Valter ditto Laj, al laj, Mapo ditto Brasso
Bon, provin e Silvia ditta Cocco, zavora si infilava nella conca di Mira e
riprendeva la risalita verso Padova. La formazione standard da Vogalonga
garantiva un’andatura spedita, anche troppo. Quindi pausa per la prima merenda
a base di brioches e vino rosé brut frizzante fresco. La Silvia ditta Cocco non
mostrava turbamenti e subito si adattava alle usanze vorabee estraendo dallo
zaino, da aggiungere alla merenda, la motivazione del suo ditto: delle
buonissime scaglie di cocco essiccato portate dall’Africa! Del resto, si sa, la
Vo.Ra.Be. è favorevole al dialogo interculturale e allo scambio di delizie e
derrate alimentari!!
Silvia
ditta Cocco non si dimostrava solamente pronta a recepire le norme di condotta
alimentare vorabee ma, all’occasione, forniva anche una buona prestazione come
vogatrice nel ruolo di provin, al posto di quello schiavista di Brasso Bon,
che, assolutamente disinteressato, l’aveva invitata.
Con
Silvia provin, Laj al laj, Omero sentina e Rovinassi poppier, Brasso Bon
zavora, accadeva per la prima volta, anche uno sbilanciamento professionale dei
vogatori, con un ingegnere, due insegnanti, e tutti e due di filosofia e un
avvocato, e pensare che c’è ancora chi dice che la cultura non sia fatica!!!
L’andatura
spedita conduceva gli eroi alla meritata pausa con seconda merendina nel parco
di Fiesso d’Artico. In questo frangente, dopo pasta fredda ai bisi e pomodorini
secchi di Rovinassi, salame e cocco essiccato, fugassa e prosecco, Brasso Bon
sentenziava: “mi riposo un attimo”, russando sonoramente!
Passate
le conche di Strà e Noventa e percorso il noioso rettilineo del Piovego, Brasso
Bon, per niente corroborato dal pisolino, abbandonava il suo posto di provin
alla Marina ditta Unpochino, la quale aveva raggiunto l’armo in bicicletta al
pontile di Villa Giovannelli accompagnata da una vaschetta di gelato. C’è
sempre una prima volta e questa è stata la prima volta del gelato in barca! La
sosta, serviva anche all’equipaggio, oltre che a consumare le dolci creme, per
rendersi conto che il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio si sta, letteralmente,
disfacendo, perdendo pezzi ad agni occasione, necessitando, quindi, di urgenti
interventi di restauro! Possiamo dire che sta su con lo spago (come
documentato)!
Con
due donne alternate alla voga, Silvia ditta Cocco e Marina ditta Unpochino,
Adriano il Maestro ditto Rovinassi e Valter ditto Laj, in vena di
sperimentazioni (“ti podaressi vogar in sta posision e ti in quell’altra!!”
rivolti alle due donne) stramaledetti da Luca ditto Omero, si giungeva alla
conca di Voltaborozzo. Metabolizzata la delusione per l’aver trovato il bar
Mekong ancora chiuso e quindi impossibilitati a consumare un meritato spritz,
la compagnia, giunta all’ormeggio al ponte del Bassanello, al solito posto,
riceveva degna accoglienza da parte di Maurizio ditto Brasso de Fero, il quale,
non disponendo di bande e fanfare, si prodigava nel confezionamento del famoso (!!)
cocktail “bridge on the rocks” a base di merlot, orrendo bitter e ghiaccio.
Constatato
che quando si ha sete va tutto bene, assaliti da nugoli di moscerini, alle
19:30 di domenica 11 giugno terminava ufficialmente l’avventura della 43°
Vogalonga, stanchi ma felici, pronti, si fa per dire, per la prossima!
Luca
ditto Omero
Il
prossimo weekend sarà di pausa da attività di voga e di cantiere, anche per le
minacciate richieste di divorzio da parte di mogli abbandonate.
Domenica
25 giugno parteciperemo, con una imbarcazione messa a disposizione dalla
remiera della Giudecca di cui ancora non conosciamo la natura, alla regata
dimostrativa verso l’isola di Poveglia. Non conosciamo ancora i dettagli di
questa iniziativa ma chi fosse interessat* lo faccia sapere e l* terremo
aggiornat*
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