6° Cronaca Vorabea POVEGLIA PER TUTTI

Tempestat* Vorabe*
domenica 25 giugno, nonostante il maltempo, ma che dico! L’Uragano scatenato in Laguna!!! Si è svolta la manifestazione “POVEGLIA PER TUTTI” volta a chiedere a demanio e comune di Venezia che l’isola abbandonata di Poveglia, fino agli anni ’70 sede di un ospizio per anziani, al largo della frazione di Malamocco, non venga trasformata nell’ennesimo albergo di lusso per ricchi sfondati. La Vo.Ra.Be., fedele alla sua indole anarchica, ostile ad ogni imposizione, come ha potuto, ha partecipato all’evento.

Ma andiamo per gradi.

ANTEFATTO
La proposta di andare all’isola di Poveglia vogando su di un sandolo prestato dall’Associazione remiera Canottieri Giudecca ci era stata fatta al termine della 43° Vogalonga da un gruppo locale di esagitati gaudenti, come noi, molto sensibile verso tutto ciò che sa di sagra.
Non volendo, noi vorabei, sfigurare in alcun modo e avendo accettato di buon grado l’invito, ci siamo resi conto che un’uscita in Laguna avrebbe necessitato di due tipi di allenamento: quello atletico alla voga e quello conviviale ai punti di ristoro.
Ergo: venerdì 23 giugno uscita serale- notturna col sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio lungo il fiume Bacchiglione, direzione le Antiche Cantine Zaccaria, per rendere omaggio alla Giovanna, l’Ostessa. L’allenamento prevedeva la vogatina di 8 km circa e l’assunzione, all’arrivo di Tencarola, di un meritato spritz corroborante.
Alle 19.30, sotto il ponte dei Cavai al Bassanello, Adriano, il Maestro ditto Rovinassi, provin, il sottoscritto Luca ditto Omero, sentina, Valter ditto Laj, al laj, e Paolo ditto Sile, poppier, con la Marina, già ditta Unpochino ma da venerdì sera ditta Liquidator, a zavora e addetta al refrigeramento, il sandolo salpava alla volta del punto di ristoro.
Una parola sul cambio del ditto della Marina: la giovane avvocatessa si è presentata al Bassanello armata di fucile ad acqua, adducendo di averlo sottratto alla figlia. A noi non risulta! Anzi, qualcuno giura di aver ha visto il cartellino del prezzo ancora attaccato al giocattolo al momento dell’apparizione al Bassanello.
La gaudente penalista, assolutamente colpevole e consapevole, si prodigava ad irrorare l’equipaggio, impegnato nella faticosa risalita del Bacchiglione, durante tutto il percorso. Data la temperatura di 35° la cosa era particolarmente gradita. Da venerdì sera il ditto di Marina diviene, giustamente, Liquidator.
Dopo il meritato spritz all’approdo di Tencarola e la cena dalla Giovanna ditta l’Ostessa a base di tutto quello che aveva disponibile, raggiunti anche dalla Donatella ditta Tella, dalla Coca Cola ditta Pepsi e dalla Laura ditta Castragatti. Inutile fare la specifica del menu, come inutile dire cosa è avanzato dalla cena: NULLA.
Verso mezzanotte, si è ripetuta la magia: la voga sul fiume di notte, senza luna, con il mondo che si riflette sull’acqua e, come una volta disse Mapo ditto Brasso Bon, navigare nel doppio.
Il mondo duplicato nel suo riflesso e noi, a remi, nel mezzo.
Purtroppo non ci sono ritorni fotografici di questa cosa perché le foto hanno bisogno di luce. È un’esperienza quasi mistica, che consiglio a tutti, scegliete il ruolo. All’una di notte, il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio entrava dalla saracinesca del Ponte dei Cavai e, silenzioso, guidato dalla mano sicura di Paolo ditto Sile, accostava all’ormeggio.

POVEGLIA PER TUTTI
Domenica 25 giugno, alle 10 e un po’, la truppa vorabea formata da Valter ditto Laj, Luca ditto Omero Antonio ditto Aedo e Adriano il Maestro ditto Rovinassi, era pronta ad abbracciare con vigore possente i remi offerti dalla remiera dei Canottieri della Giudecca.
Niente da fare. Incombeva la tempesta.
Tutti i giudecchini presenti al cantiere scuotevano la testa e ci guardavano con commiserazione affermando a voce alta che l’uragano il giorno della festa a Poveglia è quasi una ricorrenza annuale.
Anche la Marzia, amica del gruppo giudecchino “Un po’ di donne” tentava di consolarci per la mancata escursione all’isola lagunare asserendo che con il meteo avverso non ci si può confrontare.
Sbagliato!
Dall’approdo di S.Trovaso, insieme alla Silvia ditta Cocco, giungeva al molo della canottieri Giudecca, dopo aver imprecato non poco contro il fuoribordo yamaha che non voleva saperne di partire, a bordo di una bellissima sampierotta, Mapo ditto Brasso Bon.
Novello doge sul suo Bucintoro, Brasso Bon invitava i mancati vogatori a prendere posto sulla sampierotta a motore e ad esercitarsi, come già accaduto in passato, in un esercizio di voga alternativo.
Quello da seduti.
Sottrarsi alla fatica dei remi è ammissibile, alla prima merenda e al primo brindisi no.
Appena partiti, all’altezza dell’isola di S.Spirito, i nostri affrontavano con successo il primo punto di ristoro.
In prossimità dell’isola agognata, avvicinandosi l’ora della seconda merenda, nonché pranzo, era forte l’esigenza di consumare un aperitivo: il famoso spritz al Seles all’Osteria da Scarso, a Malamocco. E, mentre il cielo, sempre più, minacciava di scatenare la sua furia, dopo un ormeggio temporaneo in un canale del Lido, raggiungevamo il mare aperto, alla diga frangiflutto di Malamocco per contemplare le nuvole nere e sentire una familiare aria di casa: il luogo che si chiama via Bassanello e il bosco di rovi sull’acqua, che ci ricorda il terzo lemma dell’associazione, quel rama che fa riferimento al procedere in mezzo alla fitta vegetazione, che tanto, un tempo, ha caratterizzato la nostra attività.
Alle 13, però, si doveva mettere piede sull’isola di Poveglia. E così e avvenuto. Sempre sotto la minaccia del temporale, la sampierotta conduceva tutta la brigata vorabea in mezzo a quella che era una vera e propria festa di condivisione e allegria, sull’isola che un tempo fu ospizio per anziani e orto di frutti dolci e succosi (Adriano il Maestro ditto Rovinassi ha rievocato, con nostalgia e commozione, il tempo in cui, giovinetto, con il parroco, giungeva remando fino all’isola, per fregarsi i grappoli di uva matura e forse anche le famose pesche di Poveglia, tanto buone da non essere nemmeno in grado di raggiungere il mercato ortofrutticolo di Venezia perché già vendute lungo il tragitto).
In una placida e fronzuta radura di Poveglia, dopo aver programmato un giro su di una curiosa imbarcazione dall’aspetto di una Maserati anni ’80, si poteva consumare la seconda merenda e condividere il bendidio di vini e prelibatezze recato seco da Padova.
Cibo e vini erano talmente celestiali che, dopo l’acquazzone che ha minacciato l’integrità del Prosecco, persino una sacra apparizione si appalesava sui commensali vorabei incitando la truppa ad incentivare il proprio spirito gaudente.
La digestione postprandiale era affidata all’esplorazione dell’isola, la quale potrebbe, veramente, diventare luogo di ritrovo e di festa per tutti e non ricettacolo di ricchi e annoiati snob. Il cielo, aprendo seriamente le sue cataratte, benediceva questo intento con una bella pioggia.
Pioggia che non ha impedito ai soci dell’associazione “Per Poveglia” di riunirsi e deliberare, sotto una Cavana, di continuare a lottare affinché un luogo così magico e carico di vita non diventi un circolo ristretto e esclusivo. Pur non essendo socio anche il Maestro Rovinassi ha espresso il suo voto favorevole. Che bell’esercizio di democrazia!!! Musica e danze per tutti!
Sulla via del ritorno, presi da rimorsi e ripensamenti, Valter ditto Laj e il Maestro Rovinassi decidevano di cimentarsi nella voga, ma, dopo un quarticello di inutile fatica, si rendevano conto, ma un po’ già lo sapevano, che una pesante e panciuta sampierotta non è come un leggero e filante sandolo!
Il resto dell’equipaggio ha assecondato l’insana tendenza dei due e, dopo averne compreso ma non condiviso l’affanno, ha auspicato la ripresa della navigazione a motore.
Espletata anche l’arte del remo, la giornata si concludeva, poco prima di approdare all’ormeggio di S.Trovaso, con l’ultimo brindisi auspicando che un giorno le grandi navi che solcano il canale della Giudecca, cessino di minacciare cotanta bellezza con la loro incombente stazza.

Luca ditto Omero



































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