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Cronaca Vorabea: SCARAMPETOE
Anche quest’anno, su invito del nostro dirimpettaio Boris
Premrù (Forcole d’Oro), attratti dalla prospettiva di un punto di ristoro a
soli 3 chilometri dalla partenza e da un ricco buffet all’arrivo, abbiamo
partecipato alla Regata del Bacchiglione.
L’occasione di raggiungere il massimo risultato (abbondanti
libagioni) con il minimo sforzo (solo un’oretta di voga per arrivare e anche
meno per il ritorno) era talmente ghiotta che non abbiamo esitato a mettere in
acqua Ore d’Oblio, ancora in secca dopo le riparazioni delle scorse settimane,
rinunciando a completarne la verniciatura.
Alle 8.30 di sabato mattina, quindi, i Vorabei convenuti
sotto il Ponte dei Cavai, Adriano il Maestro ditto Rovinassi, Alessandro ditto
Tre Metri, Valter ditto Laj, Umberto ditto Piave e Silvia ditta Cocco, dopo
aver verificato che il cagnaro 2.0, pur necessitando di ulteriori migliorie,
aveva adempiuto al suo dovere e il fondo era sostanzialmente asciutto, senza
tanti convenevoli hanno varato Ore d’Oblio per arrivare puntuali al punto di
ritrovo delle imbarcazioni previsto per le 9 davanti alla Rari Nantes Patavium.
Poco prima delle 9 arrivava al Ponte dei Cavai anche Paolo
ditto Sile e veniva quindi definito l’equipaggio composto da Sile poppiere, Tre
Metri sentina, Piave al lai e Rovinassi provin, mentre Laj e Cocco potevano
offrirsi come mercenari, assieme ad Antonio, senza ditto, della remiera Barcar
ad Puatel di Ferrara, per rimpinguare l’equipaggio della remiera Da Selvazan
ridotto ai minimi termini.
Adempiute le formalità burocratiche finalizzate a prenotare
il posto a tavola, le imbarcazioni convenute alla Rari Nantes si sono avviate
in corteo verso Tencarola.
Sarà che Sile era rientrato solo a mezzanotte da Cambridge
con uno dei pochi voli Ryan Air non in sciopero e non aveva ancora ben chiaro
se sul Bacchiglione la guida fosse a destra o a sinistra; sarà che il Maestro
Rovinassi quando voga a provin (il primo, che da il ritmo a tutto l’armo) si
lascia prendere dall’entusiasmo; sarà che questo insieme di cose non facilitava
il compito dell’inesperto Piave nel ruolo di lai, sta di fatto che per un buon
tratto Ore d’Oblio ha navigato “fasendo e scarampetoe davanti aea dodesona dea
Canottieri” (il maestro Rovinassi cui va attribuita la frase, non è riuscito a
tradurre adeguatamente il termine scarampetoe se non come “giravolte, ma non
proprio” mentre la dodesona è l’ammiraglia a dodici remi della Canottieri).
Saremo grati a chi ci saprà fornire la traduzione corretta di scarampetoe).
Ciò nonostante la regata è giunta a Tencarola senza
incidenti a parte l’assenza del promesso ristoro alla Canottieri (dove il
pontile era impegnato per un torneo di Dragon Boat tra le università italiane)
che ha rischiato di gettare nello sconforto più di un equipaggio.
Sbarcati a Tencarola i Vorabei, rimpiguati dalla presenza
della Tella e di Coca Cola detta Pepsi che li attendevano all’arrivo, si sono
dissociati dalla parte agonistica della manifestazione e si sono recati con
passo deciso a rendere omaggio all’Ostessa Giovanna per recuperare quanto era
stato perduto a causa del mancato ristoro, ritornando in golena giusto in tempo
per assistere alla finale di voga a coppie su mascaretta tra la Remiera Euganea
e la Remiera El Bisato, vinta da quest’ultima per soli due secondi. Dopo, tutti
in pellegrinaggio fino al ristorante la Piroga per godere del ricco buffet
offerto dall’organizzazione.
Al ritorno, mentre Piave lasciava l’equipaggio per impegni
familiari, giungeva Luca ditto Omero che prendeva il suo posto a sentina di Ore
d’Oblio. Il tempo di assistere alla finale dei Dragon Boat alla Canottieri (100
metri di rullo di tamburi e schiuma) e si rientrava al Ponte dei Cavai dove Ore
d’Oblio veniva nuovamente ricoverata sotto il salice, ripulito per l’occasione
dall’eccesso di fronde cresciute nel corso dell’estate. Praticamente una
“Cavana” (tipico termine veneziano per indicare un ormeggio coperto) naturale.
Nel fine settimana, poiché il clima sembra favorevole,
riprenderà il pellegrinaggio serale verso l’osteria di Tencarola con rientro in
notturna e sabato, se il cagnaro tiene e la barca resta asciutta, riaprirà il
cantiere per proseguire la verniciatura con probabile pranzo sotto il salice.
Basi
metaforici
Valter
ditto Laj
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