16° Cronaca Vorabea: SCARAMPETOE

Anche quest’anno, su invito del nostro dirimpettaio Boris Premrù (Forcole d’Oro), attratti dalla prospettiva di un punto di ristoro a soli 3 chilometri dalla partenza e da un ricco buffet all’arrivo, abbiamo partecipato alla Regata del Bacchiglione.
L’occasione di raggiungere il massimo risultato (abbondanti libagioni) con il minimo sforzo (solo un’oretta di voga per arrivare e anche meno per il ritorno) era talmente ghiotta che non abbiamo esitato a mettere in acqua Ore d’Oblio, ancora in secca dopo le riparazioni delle scorse settimane, rinunciando a completarne la verniciatura.
Alle 8.30 di sabato mattina, quindi, i Vorabei convenuti sotto il Ponte dei Cavai, Adriano il Maestro ditto Rovinassi, Alessandro ditto Tre Metri, Valter ditto Laj, Umberto ditto Piave e Silvia ditta Cocco, dopo aver verificato che il cagnaro 2.0, pur necessitando di ulteriori migliorie, aveva adempiuto al suo dovere e il fondo era sostanzialmente asciutto, senza tanti convenevoli hanno varato Ore d’Oblio per arrivare puntuali al punto di ritrovo delle imbarcazioni previsto per le 9 davanti alla Rari Nantes Patavium.
Poco prima delle 9 arrivava al Ponte dei Cavai anche Paolo ditto Sile e veniva quindi definito l’equipaggio composto da Sile poppiere, Tre Metri sentina, Piave al lai e Rovinassi provin, mentre Laj e Cocco potevano offrirsi come mercenari, assieme ad Antonio, senza ditto, della remiera Barcar ad Puatel di Ferrara, per rimpinguare l’equipaggio della remiera Da Selvazan ridotto ai minimi termini.
Adempiute le formalità burocratiche finalizzate a prenotare il posto a tavola, le imbarcazioni convenute alla Rari Nantes si sono avviate in corteo verso Tencarola.
Sarà che Sile era rientrato solo a mezzanotte da Cambridge con uno dei pochi voli Ryan Air non in sciopero e non aveva ancora ben chiaro se sul Bacchiglione la guida fosse a destra o a sinistra; sarà che il Maestro Rovinassi quando voga a provin (il primo, che da il ritmo a tutto l’armo) si lascia prendere dall’entusiasmo; sarà che questo insieme di cose non facilitava il compito dell’inesperto Piave nel ruolo di lai, sta di fatto che per un buon tratto Ore d’Oblio ha navigato “fasendo e scarampetoe davanti aea dodesona dea Canottieri” (il maestro Rovinassi cui va attribuita la frase, non è riuscito a tradurre adeguatamente il termine scarampetoe se non come “giravolte, ma non proprio” mentre la dodesona è l’ammiraglia a dodici remi della Canottieri). Saremo grati a chi ci saprà fornire la traduzione corretta di scarampetoe).
Ciò nonostante la regata è giunta a Tencarola senza incidenti a parte l’assenza del promesso ristoro alla Canottieri (dove il pontile era impegnato per un torneo di Dragon Boat tra le università italiane) che ha rischiato di gettare nello sconforto più di un equipaggio.
Sbarcati a Tencarola i Vorabei, rimpiguati dalla presenza della Tella e di Coca Cola detta Pepsi che li attendevano all’arrivo, si sono dissociati dalla parte agonistica della manifestazione e si sono recati con passo deciso a rendere omaggio all’Ostessa Giovanna per recuperare quanto era stato perduto a causa del mancato ristoro, ritornando in golena giusto in tempo per assistere alla finale di voga a coppie su mascaretta tra la Remiera Euganea e la Remiera El Bisato, vinta da quest’ultima per soli due secondi. Dopo, tutti in pellegrinaggio fino al ristorante la Piroga per godere del ricco buffet offerto dall’organizzazione.
Al ritorno, mentre Piave lasciava l’equipaggio per impegni familiari, giungeva Luca ditto Omero che prendeva il suo posto a sentina di Ore d’Oblio. Il tempo di assistere alla finale dei Dragon Boat alla Canottieri (100 metri di rullo di tamburi e schiuma) e si rientrava al Ponte dei Cavai dove Ore d’Oblio veniva nuovamente ricoverata sotto il salice, ripulito per l’occasione dall’eccesso di fronde cresciute nel corso dell’estate. Praticamente una “Cavana” (tipico termine veneziano per indicare un ormeggio coperto) naturale.
Nel fine settimana, poiché il clima sembra favorevole, riprenderà il pellegrinaggio serale verso l’osteria di Tencarola con rientro in notturna e sabato, se il cagnaro tiene e la barca resta asciutta, riaprirà il cantiere per proseguire la verniciatura con probabile pranzo sotto il salice.

Basi metaforici
Valter ditto Laj


















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