17° Cronaca vorabea: BIANCAZZURRA (di nuovo)

Preoccupati Vorabei, temevate (o forse speravate) che ci fossimo stancati di tediarvi con il periodico resoconto di quanto avviene in riva al Bacchiglione o negli altri rivi dove ci porta Ore d’Oblio?
Non è così, semplicemente per un paio di settimane non c’è stato nulla di significativo da condividere, ma è giunto il tempo di un aggiornamento che potrete trovare al solito indirizzo del nostro blog.
Ore d’Oblio ha ritrovato i suoi colori bianco e turchin.
Non si può dire che il lavoro sia finito, ci sono ancora molte imperfezioni e tanti ritocchi da fare, ma fortunatamente ad un certo punto siamo arrivati al fondo del barattolo e abbiamo rinviato le rifiniture ad una futura disponibilità di colore.
Nel frattempo, complice il perdurare del bel tempo, abbiamo mantenuto la buona abitudine di recarci dall’ostessa il venerdì sera.
L’accorciarsi delle giornate ha però fatto sì che la voga al buio divenisse caratteristica non solo del ritorno, ma anche dell’andata, aggiungendo nuove prospettive e visioni all’abituale gita. Singolare, ad esempio, quando si incrocia il ponte della ferrovia, che nasconde ancora il ponte della tangenziale, il fenomeno del transito delle auto sul fondo del fiume.
Sempre diversi gli equipaggi: venerdì 29 settembre col Maestro Rovinassi, Omero, Laj e Aedo, sostituito al ritorno da Silvia detta Cocco, abbiamo ospitato a zavorra Claudia, senza ditto, collega del professor Bianchi (per tutti Luca Omero); venerdì 6 ottobre andata in tre con Brasso Bon, Rovinassi e Laj ai quali si è aggiunto al ritorno Tre Metri; venerdì 13 ottobre Rovinassi, Laj, Umberto detto Piave e Vica detta Spirito, sostituita al ritorno da Cocco. In osteria, inoltre, ci hanno raggiunto anche Tella, Laura “Castragatti”, Cinzia “Fulvia”, Giovanna “Do Risi” e Francesco “Manina”.
La somiglianza di quest’ultimo con il poeta sandonatese da poco scomparso Evandro Della Serra (al secolo Luigi Digito, oste e casoin), ha ispirato Umberto “Piave” a leggerci, in sandonatese stretto una sua poesia dal titolo “Bronze descuerte” che non riporto ma che potete eventualmente leggere con tanto di traduzione al sito


Riporto invece le sue note biografiche che lo qualificano vorabeo ad honorem: Evandro Della Serra non esiste. Se esistesse sarebbe nato il 15 giugno 1961, avrebbe avuto una vita travagliata e avventurosa. Ma non esiste. Quello che scrive le poesie al posto suo è un ignorantissimo, gretto indigeno della Piave di cui non val nemmeno la pena ricordare il nome. Gli studi del poeta si riassumono in breve: raggiunta la licenza elementare solo a suon di razioni di suino e altre regalie alla maestra, viene iscritto alla scuola della bauchera dove rimarrà parcheggiato dieci lunghi anni, imparando praticamente “un casso”, come ebbe a dire il suo povero padre, fortunatamente defunto senza vedere il suo figliolo nella, per così dire, maturità.
Tornando alla nostra, per così dire, maturità, quello stesso venerdì, chiamata da Brasso Bon che vogando la settimana precedente aveva detto “chissà come sarà con la nebbia”, abbiamo vogato quasi a palpo, mantenendoci sempre abbastanza vicini a riva in modo da poter vedere, e quasi toccare il profilo degli alberi.
Ad ogni venerdì di vogata è seguito un sabato di cantiere (dove ci siamo esibiti nella pittura dell’interno con la barca in acqua) e barbecue sotto il salice con la partecipazione, in ordine sparso, di Brasso Bon, Aedo, Beatrice detta Musa, Maurizio Brasso de Fero, Silvia “Cocco”, Cinzia “Fulvia”, Margherita senza ditto, Giovanni e Diego, con la sua cagnolina Yuna, di professione, temporaneamente, artista di strada (giocoleria) al semaforo del Bassanello verso via Guizza.
Poiché Yuna è scappata lunedì prendendo paura per una sciocchezza, se qualcuno avesse notizia di un ritrovamento in zona santa croce ce lo faccia sapere.
Poche foto, sia perché di notte non vengono bene, sia perché molte sono state perdute con il telefonino di Laj che ha deciso di pensionarsi. Tra queste una foto di Diego e Yana tratta da facebook per eventuali notizie di Yuna.

Basi metaforici
Valter ditto Laj










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