21°
cronaca vorabea: INAUGURAZIONE ANNO SOCIALE
Rinnovati
Vorabei,
nel
1970, il molleggiato nazionale Adriano Celentano cantava “Chi non lavora, non fa l’amore”.
E
anche un sacco di altre cose, aggiungo io, come, ad esempio, banchettare al
calore di un limpido sole invernale in uno splendido pic nic-barbecue sotto il
ponte dei Cavai al Bassanello.
Ecco
perché i lavoranti, addetti al restauro del sandolo da fossina ditto Creola
Vorabea, il proto maior Mapo ditto Brasso Bon e il proto minor Valter ditto Laj,
incoraggiati anche dal meraviglioso carrello realizzato da Maurizio ditto Braso
de Fero, che consente loro di estrarre la barca dal suo ricovero con facilità
estrema, si sono dati da fare per arrivare, nel loro lavoro, sino alle soglie
della verniciatura.
A
dirla tutta domenica 14 gennaio Laj e Brasso Bon hanno limitato il loro intervento
a piccoli interventi di rifinitura e levigatura. Il lavoro prodotto, però, ha
scatenato le voglie festaiole e vogatorie dei vorabei sopraggiunti
all’improvvisato squero al Bassanello.
Dopo
un corposo spritz, offerto e preparato da me Luca ditto Omero, per il quale il
sandolo da fossina ditto Creola Vorabea ha svolto magnificamente il suo ruolo
di tavolino per aperitivi, tutto era pronto per la grigliata.
Rimosso
rapidamente il senso di colpa per non avere sollevato neanche una paglia Antonio
ditto Aedo, Luca ditto Omero, la Silvia ditta Cocco, Margherita in attesa di
ditto, la Donatella ditta Tella con la Coca Cola ditta Pepsi insieme a Valter
ditto Laj, Mapo ditto Brasso Bon accompagnato dalla sua secondogenita
Margherita (domenica c’è stata una overdose di fiori), hanno preso posto
intorno al desco per la parca merendina a base di costisine, poastro, lonza,
salamella, prosciutto al coltello, torta salata alle coste, cavoli al forno,
vini rossi e bianchi, tiramisù, cotognata, dolcetti siculi, caffè,
ammazzacaffè.
E
il caso di riaffermarlo: “QUANTA MALA PATIMUR PRO BONO!!!” (è latino – traduco
- quanti mali sopportiamo per affermare il bene!!!), del resto, si sa, i
vorabei sono gente che soffre, anzi, come asserisce spesso Brasso Bon, s’offre,
e non si tira indietro.
Temprate
le forze, festeggiato anche il 41° anniversario del diciottesimo compleanno del
Laj, i vorabei presenti si sono domandati se non fosse il caso di legittimare
la loro presenza sul Tronco Maestro prendendo in mano i remi, per la prima
volta nel 2018.
Il
sopraggiungere di Alessandro ditto Camomilla insieme all’amica greca Evina,
senza ditto, unitamente alla primogenita di Mapo ed erede al trono Eleonora con
il principe consorte Luca, senza ditto anch’essi, forniva motivi più che sufficienti
per armare il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio, svuotarlo dell'acqua piovana (evidentemente il nuovo Tiemo o Cagnaro non è a tenuta stagna) e avviarsi, spinti dalla forza
dei remi, verso il centro di Padova passando sotto lo sguardo possente della Torre
della Specola.
Inizia
così, ufficialmente, la stagione vogatoria della Vo.Ra.Be, che avrà il suo
culmine domenica 27 maggio a Venezia con la 44° edizione della Vogalonga.
Per
l’appuntamento, rinnovatoci anche dagli amici olandesi incontrati l’ultima
volta, saranno diverse le occasioni per esercitarsi ai remi e ai punti di
ristoro, ogniqualvolta il meteo lo consentirà. Sentiamoci tutti invitati e
coinvolti.
Intanto
le pale dei sempre più malridotti remi vorabei hanno iniziato ad immergersi
nelle acque dei canali padovani e i palati, ugualmente impegnati, hanno
iniziato a gustare la cioccolata calda con panna della rinomata pasticceria
Pancera.
L’allenamento,
ca va sans dire, è una cosa seria!!!
Basi
metaforici
Luca
ditto Omero
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