23° Cronaca Vorabea: CANTIERI

Assolati Vorabei,
l’effetto della mano di resina epossidica stesa sulle parti interne del sandolo da fossina ditto Creola Vorabea è di un fulgore abbagliante: il proto maior Mapo ditto Brasso bon e il proto minor Valter ditto Laj, hanno trasformato la barchetta lagunare in un olente specchio (la puzza si sentiva già arrivando da lontano). Puzza forte ma insufficiente a sturare l’apparato respiratorio della povera Cinzia ditta Fulvia, influenzata a tal punto da dover rinunciare al suo ruolo di zavora.

Per festeggiare i progressi del cantiere navale, abbandonato il natante ad asciugarsi, si è armato il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio per dirigersi, a remi, verso la meta del primo devoto pellegrinaggio verso le Antiche Cantine da Zaccaria.
Adriano il Maestro ditto Rovinassi, poppier, Luca ditto Omero, sentina, Valter ditto Laj, al laj e Mapo ditto Brasso Bon, a provin. Di fatto una formazione da Vogalonga, anche se Valter ditto Laj ha indugiato parecchio prima di salire in barca perché intestardito a voler applicare anche l’ultima goccia di resina. Sollecitato con modi carini ed educati dagli altri vogatori si deciso alfine a mollare i pennelli e a prendere il suo posto. Era quasi un botto e mezzo e la fame, e la sete, si facevano sentire.
E quando le aspettative sono tante e impellenti, subito si presentano gli impedimenti: inforcata la porta saracinesca del Tronco Maestro che collega il canale all’alveo del fiume un fascistissimo albero portato dalla corrente e incastrato a sbarrare l’ingresso, costringeva i vorabei a inventare la nuova disciplina del salto in lungo con barca a remi. A dir la verità Brasso Bon e Laj ci hanno provato a togliere il pesante ingombro solo con la forza delle braccia ma la corrente era così forte che ogni tentativo è risultava vano.

Saltato l’ostacolo, abbiamo capito che il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio è capace anche di questo e risalendo il Bacchiglione, verso Tencarola, abbiamo potuto rinnovare l’aderenza al secondo lemma della nostra scalcinata e anarchica associazione Vo.Ra.Be.  mettendo in pratica l’azione consueta che si faceva spesso ai tempi in cui si vogava sul Tesina Padovano, dalle parti di Trambacche, fiumiciattolo affascinante ma invaso da intricati sviluppi vegetali: Rama, ovvero liberati dalle frasche e ramaglie varie che impediscono la navigazione. Superata la Canottieri Padova, saltando sui cespugli dell’argine, salivano in barca la Donatella ditta Tella, la Coca Cola ditta Pepsi e la collega della Tella, Lio senza ditto.

Anche l’approdo a Tencarola si è rivelato più complesso del solito e irto di spuntoni vegetali che fanno male, anche perché ancora non è stato posizionato il pontile mobile, ma il premio assicurato del pranzo in osteria leniva ogni dolore.

La Giovanna ditta l’Ostessa scrutava il vialetto d’ingresso dell’osteria e, non appena intravisti i vorabei, esultava di gioia. Il primo brindisi dell’anno inneggiava al meteo clemente, agli dei benevoli del fiume, e alle prelibatezze della Giovanna ditta l’Ostessa: cappesante, canocie, riso venere e gamberi, moeche, baccalà e poenta, con solo 4 litri di prosecco. Inni di lode si levavano al cielo per ringraziare di cotante benedizioni!
Al ritorno, vuoi perché in discesa, vuoi per la corrente a favore, vuoi per il vino, la navigazione si è dimostrata molto più rapida, anche perché il buon Silvano, sodale degli “Amissi” aveva provveduto a rimuovere, con la sua barca a motore appositamente attrezzata, l’albero incastrato all’ingresso del Tronco Maestro. Verificato che la resina epossidica si era asciugata, ma la spussa no, si poteva chiudere il cantiere al Ponte dei Cavai al Bassanello.

Chiuso un cantiere se ne apre subito un altro. Gli operai sono sempre gli stessi, ma le mansioni diverse: murari. Mapo ditto Brassobon diventa capomastro, mentre Valter ditto Laj, manovale. Location: il capanno della nuova casa del Laj in via Polveriera, vicinissimo al fiume e agli impianti sportivi della Canottieri, in cui occorre restaurare il camino.
Cosa c’entra il cantiere edile con l’arte remiera? Tanto, perché il cantiere in via Polveriera ha dato modo ad un equipaggio del tutto nuovo di raggiungere i murari per allestire un prelibatissimo banchetto. Lo so che è sfacciato ma ogni scusa è buona!

Mentre Brasso Bon e Laj si dedicavano all’arte della LEGO con mattoncini e affini un equipaggio tutto nuovo di vogatori risaliva il fiume con andatura sbilenca ma decisa: poppier indiscusso ma discutibile Alessandro ditto Camomilla, l’unico capace di indirizzare la barca da qualche parte, Margherita senza ditto ed Evina ditta Mussakà, in alternanza a provin, Antonio ditto Aedo, nel ruolo infame e schivato da tutti (me compreso) di laj, Silvia ditta Cocco, sentina, Beatrice ditta Musa a zavora. Partiti, più o meno, verso le 13 dall’ormeggio al Bassanello dopo sola una ora e un quarto arrivavano all’approdo lungo l’argine, poco dopo l’incrocio col canale Brentelle. Prodigiosi!

Sbarcati come neanche in Normandia, subito ci si è portati al luogo della meritata merendina. Manco ci fosse la fame da smaltire! Erano solo le 14:30!
Peoci in salsa di capperi, verdure ripiene di riso, grigliata, formaggi, ovi duri, baccalà mantecato, patate alla tedesca, strudel di mele, colomba pasquale.
Particolare successo ha riscosso l’introduzione dell’usanza greca legata alle uova sode colorate e che consiste in una sfida in cui si scontrano i gusci, TESTA-CULO, uno dalla parte della testa, l’altro dalla parte del culo. Vince chi non si rompe, la testa o il culo!
Terminata la parca merendina si è potuto brindare con un magnum di Durello alla nuova magione della Tella e di Laj che, come la tela di Penelope, mai sarà compiuta! Forse.

Verso le 18 si riprendevano i remi per il rientro e qui si è verificato quanto auspicato da tempo. Un equipaggio per ¾ al femminile: Evina ditta Mussakà a provin, Silvia ditta Cocco al laj, Margherita a sentina e il povero Alessandro ditto Camomilla, poppier. Girls power, potere alle donne, attendiamo, presto, anche un poppiere al femminile!
E dopo poco più di mezz’ora l’armo quasi rosa era già al Bassanello, mentre Brasso Bon e Laj chiudevano in bellezza il secondo cantiere.

Basi metaforici

Luca ditto Omero








































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