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Cronaca Vorabea: VERSO LA LAGUNA
Rivoluzionari
vorabei,
nel
maggio del 1968, cinquanta anni fa, in Francia, al grido di “ce n’est q’un début” (trad. “è solo l’inizio”), giovani e meno
giovani cercavano di cambiare il mondo!
Con
meno velleità e impeto rivoluzionario ma con la stessa determinazione, anche i
vorabei hanno dato il via alla prossima Vogalonga del 20 maggio.
Sabato
12 maggio, più o meno alle 9 del mattino, il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio
lasciava l’ormeggio al Ponte dei Cavai al Bassanello in direzione Venezia,
formazione di partenza: Adriano il Maestro ditto Rovinassi, poppier, Alessandro
ditto Camomilla, sentina, Valter ditto Laj, al laj, Mapo ditto Brasso Bon,
provin, Beatrice ditta Musa, zavora e Antonio ditto Aedo a far foto lungo il
tragitto.
A
dir la verità, alle 8 di mattina, tre imbarcazioni cariche di vogatori degli
amici Rari Nantes erano già alla chiusa di Voltabarozzo ma, si sa, nello
statuto mai scritto della Vo.Ra.Be. è sancito che le cose vanno compiute
sempre sotto la protezione della nostra patrona, Santa Calmina, e quindi ogni
cosa va affrontata con l’opportuna flemma e lentezza.
Passate
le chiuse di Voltabarozzo, Noventa e Stra, i vorabei pensavano bene di fermarsi
per la prima merendina, ma non posso documentare perché io, di sabato mattina,
sono in aula, e ho raggiunto i vogatori a Paluello di Stra, al molo dell’amico
Ristorante da Caronte.
Mapo
ditto Brasso Bon, con una spalla acciaccata, se n’era già andato mentre gli
altri pensavano bene di rinfrescare le membra affaticate con esercizi di
stretching, come documentato dalle foto!
Durante
il pranzo a base di torta salata alle verdure, salame e vino Gutturnio
Superiore, regalato ai vorabei da Alessandro da Parma ditto Taro, il livello
culturale dell’assemblea si è mantenuto altissimo avviando una strampalata
discussione sul contrasto tra forma e sostanza all’interno dei rapporti
sociali.
Come
sempre non si è giunti a nessuna conclusione plausibile!
Per
questo dopo caffè e un provvidenziale Tiramisù che aveva attirato le attenzioni
voluttuose di Alessandro ditto Camomilla, l’armo rivoluzionato riprendeva la
via del naviglio del Brenta.
Beatrice
ditta Musa, tapina, veniva esaudita nel suo desiderio di vogare e veniva
collocata a provin mentre io, Luca ditto Omero, occupavo il mio solito posto a
sentina e Alessandro ditto Camomilla digeriva il tiramisù a zavora.
Antonio
ditto Aedo, dopo aver vogato da Stra a Paluello, seguiva il sandolo in auto,
facendo, a Dolo, strani incontri con personaggi antichi. Del resto è normale
che dall’Oblio del sandolo buraneo si passi direttamente ai viaggi nel tempo!
Beatrice
ditta Musa scandiva il ritmo di voga per un bel tratto, poi, prima di giungere
a Mira Porte, compreso che il suo ruolo fondamentale, sulla barca, è quello
di tenerla discosta dalle pareti della chiusa, cedeva il posto ad Alessandro
ditto Camomilla. Giunti al molo del mitico Giorgio, Adriano il Maestro ditto Rovinassi riparava la deviazione del brocon di prua, rimediata sbattendo contro l’approdo
di Caronte a Paluello. Un martello, nelle mani di un ingegnere, fa miracoli!
A
Mira Porte, dopo il tentativo di Valter ditto Laj di saccheggiare un saresaro
(ciliegio), l’armo si concedeva una “pausa gelatino” in attesa del cambio di
equipaggio. Nell’ultimo tratto della prima tappa del viaggio verso la Laguna io
Luca ditto Omero, e Beatrice ditta Musa cedevamo il nostro posto alla voga a
Evina ditta Mussakà, ad Antonio ditto Aedo e alla fresca di nomina AD
Margherita ditta DoConti.
Sarà
stato per il canale in discesa, sarà stato per le 6 persone in barca, non lo
so, ma alle 19:15 il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio giungeva alla chiusa di
Moranzani.
Mentre
alcuni vorabei rientravano a Padova, contenti che il temporale non ci avesse
mai raggiunti pur avendo fatto sentire più volte la sua voce tonante,
Alessandro ditto Camomilla insieme ad Evina ditta Mussakà, restavano in tenda
sull’argine del naviglio del Brenta a fare la guardia sino all’indomani. Con dei sorveglianti così feroci nessuno ha osato nemmeno avvicinarsi al sandolo!
Domenica
13 maggio, alle 10 del mattino, Adriano il Maestro ditto Rovinassi, a poppier,
io Luca ditto Omero a sentina, Valter ditto Laj al laj e Alessandro ditto
Camomilla a provin, con la Evina ditta Mussakà a zavora, a bordo del sandolo
burabeo ditto Ore d’Oblio, lasciavano le acque tranquille del canale per affrontare
le ventose e fastidiose onde di scirocco teso della laguna.
La
distanza tra Moranzani e remiera della Giudecca non è tanta ma il vento
contrario e il moto ondoso hanno richiesto una ora e mezzo di voga piuttosto
difficile, nella speranza che, una volta giunti dagli amici giudecchini, si
sarebbe potuto alare la barca.
Alla
Giudecca Alessandro ditto Camomilla dimostrava la sua devozione, quasi
religiosa, nei confronti del Tirammisù del Laj, mentre un crocal (gabbiano)
cercava di aprire, sul molo una bottiglia d’acqua fresca. Per la cronaca: non
ci è riuscito!!
Alata
la barca i vorabei sono stati riconosciuti da tutti i presenti alla remiera.
Da cosa sono stati identificati? Dall’abilità ai remi? Dalla prestanza fisica? Dal linguaggio marinaresco?
Da cosa sono stati identificati? Dall’abilità ai remi? Dalla prestanza fisica? Dal linguaggio marinaresco?
Niente
di tutto questo!
Alla
mezza la tavola veniva imbandita: pasta al pesto trapanese, ummus, gorgonzola, salame,
vino Ortrugo dei Colli Piacentini, l’immancabile fugassa su ricetta della Giovanna
ditta l’Ostessa. Inconfondibili!! Praticamente un marchio registrato. Vo.Ra.Be.
Basi
metaforici
Luca
ditto Omero
Mentre
scrivevo questa cronaca Antonio ditto Aedo, poeta cantore delle gesta epiche dei vorabei, mi faceva
pervenire due mirabili odi dedicate alla mitica Evina ditta Mussakà greca
vorabea e alla imminente Vogalonga. Commosso fino all’osso le condivido con
tutti:
Evina
Eroina
greca del pelo ponneso
Invincibile
dea del remo e della navigazione fluviale!
A te
elevo il canto
Sublime
dei vorabei erranti
e su
di te invoco il favore dell’olimpico Zeus
Amen
Ps il
tuo ditto rievoca il profumo delle melanzane
Di
cui ieri il Lai ha solo fatto menzione
Oggi
spero che ne assaporerete il profumo e magari
Perché
no
Anche
il sapore!
Vogalonga venesiana 2018
Come
il fiume giace,
Scorrendo
perenne e lieve,
Sul
suo letto caldo e accogliente,
Così
i vorabei, assetati di gloria e trionfali alcolici,
giacciono
sull’epico sandolo e
accarezzano
le vogliose e ammiccanti acque
della
calda riviera in fiore,
Intingendo
i loro lunghi e turgidi remi nell’umido pelo della corrente scivolosa.
Tale
fu il panoramico viaggio,
o
peregrinazione lagunare,
che
collega il ponte dei Cavai
Alla
chiusa dei Moranzani.
Lungo
il viaggio
Venere
osservava con languidi e ammiccanti sguardi dai balconi fioriti
Della
riviera lussuriosa e verdeggiante,
Mentre
Cupido Lanciava le sue frecce d’amore
dai
balconi delle ville patrizie,
Da
una riva all’altra del Brenta,
Così
che l’equipaggio vorabeo di Ore d’Oblio,
Trasformato
dal venereo siero, non si sa se quello avvelenato di Cupido, o quello
tracannato in osteria,
Dalla
loro iniziale e lieve tociada del biscottin , passava ad una impetuosa
successione di remate, talmente forti e
continue, che Tinto Brass, noto erotomane del cinema italiano, avrebbe
potuto rappresentare come una esperienza sfrenata di sesso Primordiale, in un
film intitolato “nove remate e mezzo”!
Tale
era l’energia che
I
vogatori imprimevano
Al
loro movimento e al loro povero, ma orgoglioso sandolo!
Prima
di “venire”, con la decima e decisiva remata,
alla
meta agognata,
In
quel di Moranzani.
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