28°
Cronaca Vorabea: A CASA
Repubblicani
vorabei,
chi
sarà passato dalle parti del ponte dei Cavai al Bassanello si sarà forse
accorto che il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio è di nuovo fermo al suo posto
sotto la vigile e amorevole custodia dell’amico salgaro.
Detta
così sembra quasi un fatto del tutto facile, naturale e immediato. Col cavolo!
È stata una vera e propria impresa, portata a termine da due matti veri che,
dopo sabato 26 maggio, e dopo aver subito l’irraggiamento solare per tutto il
giorno, probabilmente, saranno destinati alla tutela di un ospedale
psichiatrico debitamente attrezzato, o delle rispettive mogli, se ci riescono!
Io,
Luca ditto Omero, non c’ero, quindi, anche questa volta ho dovuto attingere
alle memorie incerte e nebulose di Valter ditto Laj. Il quale, tra l’altro, si
era anche dimenticato il telefono a casa e quindi non poteva nemmeno postare
delle foto dell’epica risalita.
All’associazione
remiera della Giudecca che, al termine della 44° VOGALONGA, aveva dato asilo al
sandolo Buraneo ditto Ore d’Oblio, erano stati chiari: “venerdì 25 maggio c’è una festa e ci serve il posto nel piazzale quindi
la barca va in acqua. Ergo deve andarsene”.
Ecco
perché, sabato mattina Valter ditto Laj e Adriano il Maestro ditto Rovinassi,
alle 9 del mattino, erano al cantiere giudecchino con l’intento di risalire, il
più possibile, il Naviglio del Brenta.
Per
ragioni diverse mancavano tutti gli altri vogatori vorabei!
Quanto
si potrà vogare, in due, in un afoso sabato di maggio?
Un’auto
veniva lasciata a Marghera e un'altra dall’amico Giorgio a Mira Porte. Perché
quella doveva essere la meta una volta partiti da Venezia.
E
dove volete che arrivino due anziani che vogano in una barca che di vogatori ne
prevede quattro?
Armato
il sandolo alle 9:30 con forcole e remi, un’ora dopo, i due psicolabili erano
già alla chiusa dei Moranzani.
L’arrivo
a Mira Porte era alle 13. Troppo presto per fermarsi! E
allora i due si son detti che si poteva remare ancora un po’.
E la merendina
vorabea? Tra Mira e Dolo con debito riposino.
Mentre
i due si rilassavano venivano sorpassati dal Burchiello a motore, carico di
turisti. A questo punto il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio è stato lanciato
all’inseguimento del Burchiello per arrivare alla conca e trovarla aperta.
Purtroppo
i cavalli motore erogano più potenza di due vecchi muli da traino. Per cui alla
conca di Dolo ci si è arrivati da soli.
Il
problema non era mettersi a competere con una barca motorizzata ma trovare le
conche presidiate e aperte.
Il
concarolo di Dolo, aprendo comunque le sue saracinesche sentenziava che “i due”
non ce l’avrebbero mai fatta a raggiungere le porte di Voltabarozzo entro le
19, limite orario oltre il quale non è più possibile colmare il salto sul fiume
Bacchiglione.
Così
scrive Valter ditto Laj di suo pugno: “A
quel punto, considerato che la macchina era rimasta a Mira e il rientro era
tutto da organizzare, abbiamo pensato seriamente di fare l’impresa.” Tornare
a casa, al Bassanello! In una sola tornata.
Cambiando
ogni mezz’ora posizione alla voga i due matti giungevano a Noventa,
praticamente arroventati dal calore, senza più scorte di liquidi. Adriano il
Maestro ditto Rovinassi, memore del rientro dell’anno scorso, lanciava sulla
chat di whatsapp un accorato grido di pronto soccorso: “Marina dove sei con i tuoi Liquidator caricati ad acqua fresca?”.
La
Marina, ditta appunto Liquidator, raccoglieva l’appello al soccorso e, insieme al compagno alla figlia e alla nipotina, riservava una degna,
umida e fresca accoglienza ai due, fermi dentro il bacino. Gavettoni, spruzzi
freschi, di tutto pioveva dal alto sui due “quasi sciolti” vogatori Ma non
solo!
Passata
alle 19 anche la conca di Voltabarozzo, bagnati fradici, ma contenti, al punto
di ristoro del chiosco detto Mekong c’era anche la Ludovica ditta Spirito e la
Monica ditta Tata per celebrare il rientro con un sacrosanto Spritz! Unica
pausa alcolica di tutta la giornata. Eresia!!!
Con
i palloncini colorati pieni d’acqua scoppiati sui paioli del sandolo buraneo la
Marina ditta Liquidator prendeva il posto di provin fino all’ormeggio sotto il
Ponte dei Cavai al Bassanello. Anche le bimbe hanno provato a remare ma non c’è
documentazione di questo battesimo del remo.
E
i due matti che hanno vogato per quasi 40 kilometri da Venezia a Padova? Cosa è
rimasto di loro? Qualcuno ha visto le loro mogli e figli listati a lutto da qualche parte?
Le
ultime foto pervenute ce li danno, per la verità, non proprio freschissimi, a
destinazione.
Saranno
ancora vivi?
Chissà
…
Basi
metaforici
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