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CRONACA VORABEA: PRANZASSEMBLEA A CREOLA
Nati
stanchi vorabei,
il
primo maggio 2019 la Vo.Ra.Be. ha rivissuto solennemente il rito della
pranzassemblea in cui sono stati ribaditi i cardini del nostro credo barcaro:
voga (ovvero rema con remi sempre più logori e scheggiati), rama (cioè disbosca
le ramaglie per procedere) e soprattutto bevi (il nettare del frutto della
vite). Tutto ciò è stato possibile perché il 1 maggio il sandolo da fossina
ditto Creola Vorabea è stato riportato, dopo il restauro, navigando sul fiume,
fino a casa, dai legittimi proprietari in quel di Creola, vicino a Saccolongo. Nel
prato della casa di Beppe ditto Brasso Beo, poi, si è svolta l’annuale riunione
deliberativa dei vorabei convenuti.
Ma
andiamo per gradi.
Il
tutto ha avuto un antefatto poiché la domenica precedente, il 28 aprile, ci si
era resi conto che a Creola, dopo anni di assenza e incuria, le erbacce si
erano riappropriate dell’approdo. Per questo Valter ditto Laj, lanciando un
legittimo grido d’allarme, aveva convocato uomini e donne di buona volontà a
casa sua (quella nuova, sul Bacchiglione) per armarsi di falci e falciatrici e
ripulire l’argine interessato. Alle 10 del mattino il Laj, la Tella e la Pepsi
accoglievano Alessandro ditto Camomilla, Mapo ditto Brasso Bon e me medesimo
Luca ditto Omero per realizzare l’adeguata sistemazione della giungla
amazzonica nei pressi del ponte di Creola. Allo stesso tempo si aprivano le
cateratte del cielo e iniziava un temporale scrosciante con tuoni, fulmini e
secchiate d’acqua.
Che
fare a quel punto?
La
risposta è stata unanime: Merenda.
Spritz,
patatine, crostini al baccalà, funghi in tecia e peperoni ripieni.
Approssimandosi la Vogalonga ma non potendo allenarsi col giardinaggio si è
pensato bene, comunque, di non perdere l’occasione e di esercitarsi almeno ai
punti di ristoro. Poi, verso il mezzogiorno, senza accenno di attenuazione
della pioggia, una autorevole delegazione vorabea si è recata alle Porte
Contarine presso la scuola remiera Zonca per chiedere in prestito due remi per
il sandolo da fossina che, nel frattempo, si erano persi.
Mercoledì
primo maggio l’appuntamento per tutti i vogatori disponibili a navigare dal
Ponte dei Cavai al Bassanello fino al ponte di Creola era alle 8. Ovviamente, a
quell’ora, non c’era nessuno.
Il
sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio aveva perso l’ormeggio di prua finendo tra le
braccia frondose del salgaro riempiendosi d’acqua mentre per il sandolo da
fossina sarebbe stato necessario tirarlo fuori dal ricovero sotto il ponte e
vararlo nel tronco maestro.
Con
calma sono arrivati Adriano il Maestro, ditto Rovinassi, Valter ditto Laj con
la Coca Cola ditta Pepsi, La Silvia ditta Cocco, la Maria Grazia ditta Mariella
e il sottoscritto.
Chi
sa contare comprende che eravamo in cinque per sei posti. Anche perché la
Pepsi, schnauzer nano di colore nero, ancora, non è riuscita ad adeguare le
zampe ai remi da voga veneta.
Che
venga colto da inesorabile dissenteria Alessandro ditto Camomilla che
all’ultimo momento è stato costretto a rinunciare causa malanno improvviso e
letale e che ha lasciato i disgraziati vogatori senza un organico degno per i
due sandoli.
Senza
perdersi d’animo e con la benedizione dal ponte del mitico Boris delle Forcole
d’Oro, con Valter ditto Laj, poppier e la Maria Grazia ditta Mariella a provin
sul sandolo da fossina ditto Creola Vorabea, Adriano il Maestro ditto
Rovinassi, poppier, Luca ditto Omero a sentina e la Silvia ditta Cocco a
provin, sul sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio, la flotta vorabea prendeva la
direzione di Tencarola sul fiume Bacchiglione.
Fortunatamente
al pontile giallo, presso il ponte azzurro di Tencarola attendevano Beppe ditto
Brasso Beo, Michele, ditto il capitano e Mapo ditto Brasso Bon.
Brasso
Beo dava il cambio alla Mariella e Brasso Bon prendeva il suo abituale posto di
provin mandando la Cocco al Laj mentre il Capitano si sedeva momentaneamente a
zavora.
Ripristinate
le 4 voghe il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio distanziava in breve tempo la
barchetta consentendo, nei pressi di Selvazzano, a nonno Adriano il Maestro
ditto Rovinassi, di dedicarsi alla scuola di voga nei confronti di Michele
ditto il Capitano. Il ragazzino ha subito dimostrato talento remiero e per un
tratto del fiume si potevano vedere un vecchietto e un giovanissimo portare a
spasso tre debosciati.
Fermo
a Selvazzano, nei pressi del ponte, l’equipaggio del sandolo buraneo ditto Ore
d’Oblio faceva merenda con zaeti (fatti in casa) e vino del Dominio. Il tempo è
prezioso e non va sprecato!
Raggiunti
dal sandolo da fossina Beppe Brasso Beo sbarcava restituendo il remo alla
Mariella e, senza ulteriori indugi e senza ulteriori merende, le due
imbarcazioni storiche prendevano la direzione del ponte.
Respinti
dalla corrente la prima volta, al secondo tentativo i due sandoli vincevano con
la sola forza delle braccia il fiume, rompendo platealmente i cabbasisi ad un
pescatore sull’argine.
Risalendo
il Bacchiglione verso Creola, Michele ditto il capitano continuava ad illudere
la Silvia ditta Cocco ripetendo: “Siamo
quasi arrivati! Ecco dove vengo a giocare con i miei amici!”.
L’amara
verità era invece che il fiume, in quel tratto, compie una serie notevole di
curve per cui si ha l’impressione di essere arrivati ma in realtà cipressi e
tempietti neoclassici si alternano all’infinito.
E
non si arriva mai.
Poi,
come per miracolo, compare il ponte di Creola, con la casa di Beppe Brasso Beosullo
sfondo e la corrente impetuosa che ferma chiunque! Anche Giovanni, amico della
Mariella, giunto alla chetichella col suo kayak.
Solo
con l’aiuto delle funi i due sandoli sono riusciti a passare le rapide e ad
attraccare al bellissimo molo restaurato per l’occasione.
Nel
giardino di Beppe Brasso Beo iniziava la festa dei vorabei convenuti con l’apertura
solenne della pranzassemblea a porta e offri. Non sto ad elencare le
prelibatezze ma posso solo dire che le pietanze si sono rivelate sontuose, così
come i vini abbinati! Per rinnovare l’adesione ai tre lemmi dell’associazione i
vogatori si sono anche offerti per una foto comune con indosso le magliette
ufficiali delle trascorse Vogalonghe. Terminate le libagioni il segretario (me
medesimo) apriva l’annuale assemblea alla presenza del presidente, Maurizio
ditto Brasso de Fero e del tesoriere, la Margherita ditta DoConti con il
seguente ordine del giorno:
·
Approvazione
del bilancio consuntivo e preventivo
·
Variazione
dei ditti della Silvia e della Maria Grazia
·
Prospettive
per la prossima Vogalonga il 9 giugno 2019
·
Acquisto
di nuovi remi e restauro dei vecchi
Senza
neanche accorgersene tutti gli argomenti venivano affrontati nella pacatezza
più assoluta: bilancio approvato, Silvia da Cocco diventa Cocca e Maria Grazia
semplicemente Mariella, il progetto di Valter ditto Laj di partecipare alla
Remada a Seconda a Pontelongo e successiva risalita della laguna veniva invece
bocciata mentre veniva approvato il progetto di arrivare alla remiera della
Giudecca in due tempi non prima di essersi allenati un po’ il venerdì sera riprendendo
i pellegrinaggi dalla Giovanna ditta l’Ostessa a Tencarola (meteo permettendo).
Il nodo dolente dei remi, purtroppo, richiede, come prospettato da Maurizio
Braso de Fero, un’esposizione economica non indifferente. La Vo.Ra.Be resta
disponibile a qualsiasi proposta!
Il
tempo di un caffè e di raccogliere le strasse lasciate in giro e, verso le 18,
arrivava l’ora per il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio di ritornare alla sua
sede abituale al Bassanello. Mapo ditto Brasso Bon tentava di rinviare la
discesa del fiume argomentando sul fatto di udire l’insopprimibile richiamo del
divano di casa ma Rovinassi, Omero, Laj e la Mariella decidevano che fosse
meglio rientrare alla base, anche e soprattutto per evitare il maltempo dei
giorni successivi. Lasciato Brasso Bon al suo divano e con la corrente
favorevole gli indeFessi vorabei vogavano fino a Padova. Le ultime foto pubblicate
documentano la loro abnegazione!
Mentre
le prime ombre della sera scendevano sul salgaro del Ponte dei Cavai, verso le
20:30 il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio veniva ormeggiato al solito posto e
presto disarmato.
Basi
Metaforici
Luca ditto Omero
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