32° CRONACA VORABEA: PRANZASSEMBLEA A CREOLA

Nati stanchi vorabei,
il primo maggio 2019 la Vo.Ra.Be. ha rivissuto solennemente il rito della pranzassemblea in cui sono stati ribaditi i cardini del nostro credo barcaro: voga (ovvero rema con remi sempre più logori e scheggiati), rama (cioè disbosca le ramaglie per procedere) e soprattutto bevi (il nettare del frutto della vite). Tutto ciò è stato possibile perché il 1 maggio il sandolo da fossina ditto Creola Vorabea è stato riportato, dopo il restauro, navigando sul fiume, fino a casa, dai legittimi proprietari in quel di Creola, vicino a Saccolongo. Nel prato della casa di Beppe ditto Brasso Beo, poi, si è svolta l’annuale riunione deliberativa dei vorabei convenuti.

Ma andiamo per gradi.
Il tutto ha avuto un antefatto poiché la domenica precedente, il 28 aprile, ci si era resi conto che a Creola, dopo anni di assenza e incuria, le erbacce si erano riappropriate dell’approdo. Per questo Valter ditto Laj, lanciando un legittimo grido d’allarme, aveva convocato uomini e donne di buona volontà a casa sua (quella nuova, sul Bacchiglione) per armarsi di falci e falciatrici e ripulire l’argine interessato. Alle 10 del mattino il Laj, la Tella e la Pepsi accoglievano Alessandro ditto Camomilla, Mapo ditto Brasso Bon e me medesimo Luca ditto Omero per realizzare l’adeguata sistemazione della giungla amazzonica nei pressi del ponte di Creola. Allo stesso tempo si aprivano le cateratte del cielo e iniziava un temporale scrosciante con tuoni, fulmini e secchiate d’acqua.
Che fare a quel punto?
La risposta è stata unanime: Merenda.
Spritz, patatine, crostini al baccalà, funghi in tecia e peperoni ripieni. Approssimandosi la Vogalonga ma non potendo allenarsi col giardinaggio si è pensato bene, comunque, di non perdere l’occasione e di esercitarsi almeno ai punti di ristoro. Poi, verso il mezzogiorno, senza accenno di attenuazione della pioggia, una autorevole delegazione vorabea si è recata alle Porte Contarine presso la scuola remiera Zonca per chiedere in prestito due remi per il sandolo da fossina che, nel frattempo, si erano persi.

Mercoledì primo maggio l’appuntamento per tutti i vogatori disponibili a navigare dal Ponte dei Cavai al Bassanello fino al ponte di Creola era alle 8. Ovviamente, a quell’ora, non c’era nessuno.
Il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio aveva perso l’ormeggio di prua finendo tra le braccia frondose del salgaro riempiendosi d’acqua mentre per il sandolo da fossina sarebbe stato necessario tirarlo fuori dal ricovero sotto il ponte e vararlo nel tronco maestro.
Con calma sono arrivati Adriano il Maestro, ditto Rovinassi, Valter ditto Laj con la Coca Cola ditta Pepsi, La Silvia ditta Cocco, la Maria Grazia ditta Mariella e il sottoscritto.
Chi sa contare comprende che eravamo in cinque per sei posti. Anche perché la Pepsi, schnauzer nano di colore nero, ancora, non è riuscita ad adeguare le zampe ai remi da voga veneta.
Che venga colto da inesorabile dissenteria Alessandro ditto Camomilla che all’ultimo momento è stato costretto a rinunciare causa malanno improvviso e letale e che ha lasciato i disgraziati vogatori senza un organico degno per i due sandoli.
Senza perdersi d’animo e con la benedizione dal ponte del mitico Boris delle Forcole d’Oro, con Valter ditto Laj, poppier e la Maria Grazia ditta Mariella a provin sul sandolo da fossina ditto Creola Vorabea, Adriano il Maestro ditto Rovinassi, poppier, Luca ditto Omero a sentina e la Silvia ditta Cocco a provin, sul sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio, la flotta vorabea prendeva la direzione di Tencarola sul fiume Bacchiglione.
Fortunatamente al pontile giallo, presso il ponte azzurro di Tencarola attendevano Beppe ditto Brasso Beo, Michele, ditto il capitano e Mapo ditto Brasso Bon.
Brasso Beo dava il cambio alla Mariella e Brasso Bon prendeva il suo abituale posto di provin mandando la Cocco al Laj mentre il Capitano si sedeva momentaneamente a zavora.
Ripristinate le 4 voghe il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio distanziava in breve tempo la barchetta consentendo, nei pressi di Selvazzano, a nonno Adriano il Maestro ditto Rovinassi, di dedicarsi alla scuola di voga nei confronti di Michele ditto il Capitano. Il ragazzino ha subito dimostrato talento remiero e per un tratto del fiume si potevano vedere un vecchietto e un giovanissimo portare a spasso tre debosciati.

Fermo a Selvazzano, nei pressi del ponte, l’equipaggio del sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio faceva merenda con zaeti (fatti in casa) e vino del Dominio. Il tempo è prezioso e non va sprecato!
Raggiunti dal sandolo da fossina Beppe Brasso Beo sbarcava restituendo il remo alla Mariella e, senza ulteriori indugi e senza ulteriori merende, le due imbarcazioni storiche prendevano la direzione del ponte.
Respinti dalla corrente la prima volta, al secondo tentativo i due sandoli vincevano con la sola forza delle braccia il fiume, rompendo platealmente i cabbasisi ad un pescatore sull’argine.
Risalendo il Bacchiglione verso Creola, Michele ditto il capitano continuava ad illudere la Silvia ditta Cocco ripetendo: “Siamo quasi arrivati! Ecco dove vengo a giocare con i miei amici!”.
L’amara verità era invece che il fiume, in quel tratto, compie una serie notevole di curve per cui si ha l’impressione di essere arrivati ma in realtà cipressi e tempietti neoclassici si alternano all’infinito.
E non si arriva mai.
Poi, come per miracolo, compare il ponte di Creola, con la casa di Beppe Brasso Beosullo sfondo e la corrente impetuosa che ferma chiunque! Anche Giovanni, amico della Mariella, giunto alla chetichella col suo kayak.
Solo con l’aiuto delle funi i due sandoli sono riusciti a passare le rapide e ad attraccare al bellissimo molo restaurato per l’occasione.

Nel giardino di Beppe Brasso Beo iniziava la festa dei vorabei convenuti con l’apertura solenne della pranzassemblea a porta e offri. Non sto ad elencare le prelibatezze ma posso solo dire che le pietanze si sono rivelate sontuose, così come i vini abbinati! Per rinnovare l’adesione ai tre lemmi dell’associazione i vogatori si sono anche offerti per una foto comune con indosso le magliette ufficiali delle trascorse Vogalonghe. Terminate le libagioni il segretario (me medesimo) apriva l’annuale assemblea alla presenza del presidente, Maurizio ditto Brasso de Fero e del tesoriere, la Margherita ditta DoConti con il seguente ordine del giorno:

·       Approvazione del bilancio consuntivo e preventivo
·       Variazione dei ditti della Silvia e della Maria Grazia
·       Prospettive per la prossima Vogalonga il 9 giugno 2019
·       Acquisto di nuovi remi e restauro dei vecchi

Senza neanche accorgersene tutti gli argomenti venivano affrontati nella pacatezza più assoluta: bilancio approvato, Silvia da Cocco diventa Cocca e Maria Grazia semplicemente Mariella, il progetto di Valter ditto Laj di partecipare alla Remada a Seconda a Pontelongo e successiva risalita della laguna veniva invece bocciata mentre veniva approvato il progetto di arrivare alla remiera della Giudecca in due tempi non prima di essersi allenati un po’ il venerdì sera riprendendo i pellegrinaggi dalla Giovanna ditta l’Ostessa a Tencarola (meteo permettendo). Il nodo dolente dei remi, purtroppo, richiede, come prospettato da Maurizio Braso de Fero, un’esposizione economica non indifferente. La Vo.Ra.Be resta disponibile a qualsiasi proposta!

Il tempo di un caffè e di raccogliere le strasse lasciate in giro e, verso le 18, arrivava l’ora per il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio di ritornare alla sua sede abituale al Bassanello. Mapo ditto Brasso Bon tentava di rinviare la discesa del fiume argomentando sul fatto di udire l’insopprimibile richiamo del divano di casa ma Rovinassi, Omero, Laj e la Mariella decidevano che fosse meglio rientrare alla base, anche e soprattutto per evitare il maltempo dei giorni successivi. Lasciato Brasso Bon al suo divano e con la corrente favorevole gli indeFessi vorabei vogavano fino a Padova. Le ultime foto pubblicate documentano la loro abnegazione!
Mentre le prime ombre della sera scendevano sul salgaro del Ponte dei Cavai, verso le 20:30 il sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio veniva ormeggiato al solito posto e presto disarmato.

Basi Metaforici

Luca ditto Omero































































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