33° CRONACA VORABEA: PRIMA DELLA VOGALONGA

Stagionali (e stagionati) vorabei,
IL PRIMA
il mese di maggembre è finalmente terminato e il bel tempo è tornato!
Che la stagione non fosse iniziata nel modo migliore si era capito al momento di salire su di una barca trasformata in vasca da bagno, piena d’acqua, piovana.
Poco distante dall’approdo uno splendido airone vegliava affinché la barca non andasse a fondo.
I vorabei, comunque, non si fanno fermare da nessuna avversità e già domenica 26 maggio risalivano il Bacchiglione in direzione Tencarola, dalla Giovanna ditta l’Ostessa, per festeggiare il 32° anniversario dei 25 anni della Cinzia ditta Fulvia e per effettuare adeguato allenamento in vista della Vogalonga.
Tutto si è svolto secondo programma: 4 vogatori, Adriano il Maestro ditto Rovinassi, Luca ditto Omero, Valter ditto Laj e Mapo ditto Brassobon, uno stanco (non dico chi) che è tornato a casa in auto, una zavora (la Cinzia) sempre più brava nel suo ruolo, lo spritz all’ombra lungo il fiume, tante cose buone dalla Giovanna ditta l’Ostessa, dove siamo stati raggiunti anche dall’AD Margherita ditta Do Conti, dalla Vica ditta Spirito, da Maurizio e dall’Elena senza ditto.

Sabato 1 giugno è iniziata, invece, l’avventura della Vogalonga 2019 con partenza del sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio da sotto il salgaro al ponte dei Cavai al Bassanello alla volta della laguna. Equipaggio di partenza: Adriano il Maestro ditto Rovinassi, Valter ditto Laj, la Maria Grazia ditta Mariella e Paolo ditto Sile in compagnia della consorte Anna.
Prima pausa ristoro a Dolo con i tramezzini di Maurizio ditto Brasso de Fero. Sempre sia lodato!!!
A Dolo l’Anna si metteva ai remi sostituendo la Mariella e sperimentando la fatica. Ottima prova ma prima ancora di arrivare a Mira restituiva l’incombenza alla Mariella.
Dopo aver attraccato al molo della remiera Rivierasco (molto nota ai vorabei perché ci diede provvidenziale traino nel 2015) pic-nic sontuoso nel parco che un tempo doveva essere il giardino di villa Valmarana. Data l’assenza di Mapo ditto Brasso Bon, Paolo la Mariella e Adriano davano il meglio di sé in una spericolata pennichella.
Poi, si sa, fino a Moranzani è tutta discesa, e alle 19 i vorabei attraccavano poco prima della chiusa, trovando ospitalità per i remi presso un gentilissimo aborigeno.

Domenica 2 giugno, festa repubblicana, Paolo ditto Sile sfoggiava tutta la sua perizia ingegneristica serrando i malconci remi con del potentissimo nastro adesivo americano e avvolgendo le impugnature con della tela provvidenziale onde evitare sgresende nelle mani dei vogatori.
Alle 10 si partiva alla volta della remiera della Giudecca. Percorrendo il canale si vedeva chiaramente un palazzo di 13 piani fermo al centro del canale. Era l’ennesima e tristissima grande nave che, come si è visto in tutti i telegiornali del mondo, era andata a sbattere contro un battello fluviale carico di turisti e contro la banchina del porto. Un transatlantico come quello, ci hanno spiegato, a quella velocità, bassissima tra l’altro, necessita di 600 metri per fermarsi, praticamente la lunghezza di tutto il canale, altrimenti … è disastro. Fortunatamente parzialmente evitato (non ci sono stati morti)!

Appena arrivati alla remiera della Giudecca i vorabei hanno ricevuto l’accoglienza calda e festosa di sempre. Messo piede a terra una Pepsi (cagnolino snautzer nano mascotte) sbiadita veniva incontro ai vogatori (non era quella autentica ma le feste le ha fatte lo stesso).
Alata la barca i vorabei provvedevano a mascherare l’orrendo aspetto del sandolo buraneo ditto Ore d’Oblio (veramente malconcio) condividendo la merendina con i presenti alla remiera.
L’onore che i vorabei destinano al terzo lemma della loro sigla è stato degnamente sostenuto con torta salata, mortadellina, vino Falanghina bianco, fresco. Siamo decisamente riconoscibili!!!

Basi metaforici.
                                                                                               Luca ditto Omero












































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