49° cronaca vorabea

VOGALONGA 2022

Fratturati vorabei (capirete perché),

in ottemperanza alla delibera della Pranzassemblea, domenica 5 giugno 2022, la Vo.Ra.Be. ha partecipato in laguna, a Venezia, alla 46° edizione della Vogalonga, pur non disponendo dell’amato sandolo buraneo dito Ore d’Oblio.

Come?

Grazie alla caorlina prestata dagli amici della Rari Nantes. Infinitamente grazie!

Sabato 28 maggio si è verificato il trasporto dell’imbarcazione grazie al poppiere Paolo dito Sile, a Toni dito Aedo, alla Maria Grazia dita Mariella, a Valter dito Lai, a Mapo dito Brasso Bon e ai neofiti, senza dito (vogatori della Zonca) Federico e Matilde.

Subito fuori Dolo si univano all’armo anche il sottoscritto Luca dito Omero e Rosaria dita Tarallo.

Eravamo abituati troppo bene!

Il sandolo buraneo dito Ore d’Oblio, imbarcazione bassa e slanciata, passava indisturbato sotto tutti i ponti della Riviera del Brenta, la caorlina no, troppo alta!

Quindi occorre farsi aprire ogni volta il passaggio dagli addetti.

Tutto è filato liscio fino a Malcontenta: giunti lì, alle 17:30, ci è stato comunicato che nessuno sarebbe venuto ad aprire il ponte costringendoci a ormeggiare la barca e a tornare il giorno dopo per fare gli ultimi 2 kilometri fino alla chiusa di Moranzani.

Grazie ad Anna, moglie di Paolo, che si è prestata a questo ultimo sforzo.

Costretti a prolungare, ma fedeli alle usanze vorabee, non sono mancate merenda e brindisi a Moranzani.

Domenica 5 giugno era tutto pronto per la Vogalonga, ritornata, dopo la pandemia, all’antico splendore dei 34 km in laguna. Sei vogatori per sei remi. La poppa affidata a Paolo dito Sile, Valter dito Lai, Antonio dito Aedo, Luca dito Omero, Rosaria dita Tarallo e Adriano, il Maestro, dito Rovinassi! Tutto secondo copione collaudato: spaghetti all’alba, a casa di Paolo dito Sile, come colazione corroborante, trasferimento alla chiusa di Moranzani per essere trainati fino al bacino di S.Marco e partire allo sparo del cannone, alle ore nove.

Lo spettacolo delle 1800 imbarcazioni alla partenza è impressionante anche per chi di Vogalonga ne ha fatte tante: chi canta, chi segna il tempo battendo il tamburo, voghe inglesi, alla veneta, canoe, sandoli, gondole, caorline, iole e anche qualche imbarcazione più strana, tanta gente che va in barena per i bisognini.

Domenica 5 giugno c’era molto vento in laguna. Tra l’altro anche di traverso. Ma la caorlina dei vorabei ha attraversato la laguna senza tregua, vincendo il moto ondoso, la stanchezza e l’incitazione del poppiere: “tre colpi pari!”, che nessuno ha mai capito.

Per arrivare al consueto tappo al ponte dei Tre Archi, nel canale di Cannaregio. In quel punto, si sa, si avanza a bestemmie, pazienza e spintoni. Alla fine, però, si passa e il Canal Grande, o Canalasso, veniva percorso con andatura trionfante fino a tornare a S.Marco ed assaporare il trionfo del traguardo e dell’ambito premio.

Quale premio?

Essere ancora vivi nonostante la fatica e nonostante fosse mancato, all’ultimo momento, Mapo dito Brasso Bon, unico vogatore con diritto di mugugno, fratturatosi un braccio proprio il giorno prima.

Alle 15:00 la remiera della Giudecca, come sempre, aspettava i vorabei per la meritata merenda a base di pasta fredda al pesto trapanese, focaccine alle verdure, strudel salato, biscotti zaeti, ciliegie della Silvia dita Cocca e poi, alle 17:00, ritorno a remi a Moranzani. 34+7=41, kilometri.

La voglia di vogare ci è passata!? Per un giorno, sì!

 

Basi metaforici

                                                                                                          Luca dito Omero







































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